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Gualtiero Marchesi, non solo cucina. Addio allo chef che si ispirava all’arte

Si è spento all’età di 87 anni il celebre chef milanese che oltre alla cucina amava l’arte. Amico e frequentatore di tanti artisti è stato un convinto sostenitore del legame tra arte e cucina MILANO - Gualtiero Marchesi è morto il 26 dicembre nella sua casa di Milano, all’età di 87 anni. Nato in provincia di Pavia nel 1930, è stato il padre di tutti gli chef a noi noti ed è a lui che si deve l’invenzione dell’alta ristorazione.  Appassionato non solo di cucina ma anche di arte, ha da sempre sostenuto il legame quasi indissolubile tra quest’ultima e la cultura culinaria. Amico di artisti e appassionato del bello, ha proposto nella sua lunga carriera una cucina raffinata, destinata a stimolare, non solo il palato, ma anche tutti gli altri sensi. Marchesi infatti, alla maestria del cuoco, ha saputo aggiungere quel tocco di creatività ispirata all’arte che lo ha portato a realizzare una  sintesi perfetta di accuratezza, precisione, originalità e semplicità allo stesso tempo. Marchesi ha inoltre sempre sostenuto che l’arte, come la cucina, rispettano le stesse qualità: abilità, tenacia, originalità d’ispirazione e fedeltà alla tradizione.  A testimonianza di questo dialogo costante, mai interrotto tra arte e cucina, nel 2010 crea, in occasione dei suoi ottant'anni, la Fondazione Gualtiero Marchesi che ha come missione “la diffusione del bello e del buono in tutte le arti”, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina.  Sempre nel 2010 viene inaugurata al Castello Sforzesco, una mostra a lui dedicata, che ripercorre i passi e i momenti della sua esperienza, fra arte, cucina e successo internazionale. Nel 2017 assieme ad artisti e autori come Giovanni Anceschi, Enrico Baj, Gillo Dorfles, Maria Mulas e Giulia Niccolai, partecipa al numero quattordici di BAU Contenitore di Cultura Contemporanea.  Nel 2017 Sky Arte HD realizza una produzione in cinque puntate che vede lo chef protagonista, insieme al critico d’arte Francesco Bonami e al bartender Dario Comini, con lo scopo di far emergere appunto il legame tra arte e cucina. In ogni puntata Marchesi propone un piatto ispirato all’opera di Lucio Fontana, Piero Manzoni, Giacomo Burri, Jackson Pollock e Kasimir Malevic, accompagnato dai cocktail di Comini e dall’interpretazione critica di Bonomi.  Marchesi non è stato dunque semplicemente uno chef a livello internazionale, ma anche un uomo di cultura, un raffinato intellettuale che, non a caso, ha ricevuto l’onorificenza di “Chevalier dans l’ordre des Arts et des Lettres” nel 1990, il titolo di  commendatore nel 1991dal presidende Francesco Cossigae nel 2017 il Premio America della Fondazione Italia USA.  ...

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